Siamo conformi?

La conformità è un termine che assume vari significati e diversi valori a seconda dei momenti storici e degli ambienti sociali.

Nei momenti di grandi cambiamenti essere conformi significa voler mantenere lo status quo, essere quindi conservatori, con le diverse interpretazioni che si può dare a questa parola.

Qui parliamo di conformità alle leggi di uno Stato, quindi parliamo del rispetto che ogni persona fisica o giuridica dovrebbe avere nei confronti delle regole ufficiali del Paese in cui vive ed opera.

Per difendere la sicurezza e la salute dei consumatori (tutti noi) sia il Governo Europeo, sia i vari Governi nazionali, a partire dai primi anni “80, hanno predisposto delle leggi che disciplinano la produzione e l’immissione in commercio dei prodotti.

L’Unione Europea emana delle Direttive, la più generale è la 2001/95/CE che sfortunatamente (vedremo perchè) non prevede la presenza del marchio CE sui prodotti, poi ce ne sono molte altre, per numerose e diverse categorie di prodotti.

Dopo la pubblicazione delle direttive, l’Unione Europea incarica dei comitati di predisporre per particolari prodotti, delle Norme Armonizzate, che specifichino in dettaglio i requisiti di quei prodotti.

I singoli Stati recepiscono le direttive e le norme europee, trasformandole in leggi (di solito i governi italiani, indipendentemente dalla loro tipologia) impiegano dai 3 ai 4 anni per recepire una direttiva.

Quando questa è diventata legge nel singolo stato è legge a tutti gli effetti ed è necessario rispettarla, mentre per esportare prodotti negli altri Paesi Europei occorre tenere conto delle direttive, dato che gli altri governi impiegano di solito meno tempo del nostro a recepirle.

Tutte le direttive, compresa la 2001/95/CE diventata legge in Italia con D.LGS n°172 del 21 maggio 2004, prevedono che i prodotti immessi sul mercato siano accompagnati dalla Dichiarazione di conformità alle direttive ed alle norme che li disciplinano.

Anche un prodotto che non ha direttiva specifica (che preveda la presenza del marchio CE) e che ricada quindi nella Direttiva 2001/95/CE (che non prevede la presenza del marchio CE, introducendo così un fattore di confusione inutile) deve essere accompagnato da dichiarazione di conformità.

Naturalmente tutti Voi, essendo consumatori, potete constatare quanti siano i prodotti che acquistate e che sono accompagnati da dichiarazione di conformità e quindi potete valutare quante siano le aziende che rispettano la legge e quante non la conoscano neppure.

Un’ultima considerazione che magari riprenderemo più approfonditamente, se il D.LGS n° 172 del 21 maggio 2004, impone che nessun prodotto “pericoloso” possa essere immesso sul mercato, come può uno Stato consentire ed anzi guadagnare sul commercio delle sigarette?

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